Fegato grasso = troppo zucchero?

La steatosi epatica non alcolica, meglio nota come condizione di fegato grasso (NAFLD non alcoholic fatty liver disease), è una condizione in cui si accumula grasso all’interno del fegato. Non produce sintomi evidenti, ma può influire su tutto l’organismo, favorendo stati infiammatori e aumentando il rischio di diverse malattie.
Per riconoscere la sua presenza è necessario eseguire un esame diagnostico (come un’ecografia) o una visita medica. Non è da sottovalutare.

Fegato grasso = troppo zucchero?

A differenza della cirrosi epatica, in cui il fegato è danneggiato dalla presenza di tessuto cicatriziale, spesso a causa di consumo eccessivo di bevande alcoliche, infezioni o sindromi autoimmuni, il fegato grasso è caratterizzato dall’accumulo di grasso all’interno di quest’organo. In questo caso non causato dal consumo di alcol, ma di zucchero.

L’aspetto preoccupante è che il fegato grasso è spesso presente anche negli individui “falsi magri”, persone che appaiono snelle esternamente, ma hanno grasso interno (TOFI, thin outside, fat outside), spesso riconoscibili dal tipico addome gonfio.

Si stima che nel mondo circa 1 miliardo di persone soffra di fegato grasso, patologia strettamente correlata all’aumento di casi di insulino-resistenza, diabete di tipo 2, di obesità e altre sindromi metaboliche.

Da cosa è causata

Il fegato grasso è il risultato di un consumo eccessivo di saccarosio, lo zucchero composto dal 50% di glucosio e 50% fruttosio, presente in molti alimenti della dieta quotidiana italiana.
Secondo l’OMS l’apporto giornaliero di zucchero non dovrebbe superare i 50 grammi al giorno. Eppure:

  • Una colazione con 2 fette biscottate con la marmellata, un succo di frutta,
  • e un paio di caffè, uno al mattino e uno a pranzo, entrambi con un cucchiaino di zucchero
    Raggiungono già il limite massimo raccomandato.
    Se poi si aggiunge un altro caffè, uno o due snack durante la giornata, una bibita gassata e il consumo di pane e pasta (che sono comunque carboidrati), si supera abbondantemente l’assunzione di glucosio, creando condizioni favorevoli per lo sviluppo della resistenza all’insulina.

Quando l’organismo consuma troppo zucchero (glucosio o fruttosio) la glicemia aumenta e l’insulina viene rilasciata per ridurla, spingendo gli zuccheri nelle cellule affinché vengano utilizzati come energia o accumulati come glicogeno.
Tuttavia, una volta riempite le riserve di glicogeno, il surplus di zuccheri si trasforma in grasso attraverso la de novo lipogenesi (DNL).
Mentre il glucosio può essere immagazzinato nei muscoli, il fruttosio può essere gestito esclusivamente nel fegato, dove l’eccesso viene convertito in gocce di grasso depositate attorno allo stesso fegato.

Alcuni ricercatori suggeriscono di chiamare questa malattia MAFLD (metabolic adapted fatty liver disease), poiché il fegato si “adatta” a un eccesso di zuccheri, accumulando grasso.

Chi ne soffre

Le persone sovrappeso o quelle obese hanno la tendenza ad accumulare l’eccesso di glucosio come grasso in parti del corpo che non dovrebbero, come nel fegato, dovuto a una mancanza di massa muscolare, che aumenta la disponibilità di accumulare glicogeno nel corpo, e la poca attività fisica.

Il fruttosio in eccesso però contribuisce al fegato grasso in qualunque individuo, proprio perché viene gestito esclusivamente nel fegato e, se non utilizzato per dell’attività fisica, promuove la formazione di nuovo grasso.

Questo studio ha evidenziato che fruttosio e saccarosio possono raddoppiare la produzione di grasso nel fegato, rispetto al solo glucosio.

Troppo fruttosio può essere problematico anche se si è nel proprio peso forma.

Transaminasi: cosa sono

Le transaminasi sono degli enzimi coinvolti nel metabolismo degli amminoacidi e nella sintesi del glucosio (processo di produzione di energia).
Le due principali analizzate in ambito clinico sono:

  • asportato transaminasi (AST o GOT)
  • alanina transaminasi (ALT o GPT)

Valori elevati possono indicare la presenza di un danno al fegato, ma possono risultare alterati anche in casi di:

  • malattie cardiache
  • infortuni muscolari o distrofie
  • fasi acute di celiachia
  • allergie alimentari
  • mononucleosi
  • tumori
  • alcolismo
  • obesità
  • utilizzo di farmaci
  • carenza di vitamine
  • eccesso di attività sportiva Per questo vanno sempre interpretate da un medico, valutando tutti i possibili fattori dello stile di vita.

Cosa fare?

La chiave per invertire il processo di “fegato grasso” è cambiare alimentazione e fare attività fisica, seguendo le solite e noiose indicazioni:

  • Limitazione dei carboidrati, specie quelli raffinati o ricchi di zucchero, specialmente se non si svolge attività fisica intensa
  • Consumare alimenti ricchi di nutrienti, per regolarizzare la glicemia
  • Seguire un programma di allenamento mirato all’aumento della massa muscolare e della resistenza aerobica

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Prenditi cura di te,

Alessandro

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