Steatosi Epatica (NAFLD): cosa è il fegato grasso e cosa lo provoca
La steatosi epatica non alcolica, meglio nota come condizione di fegato grasso (NAFLD non alcoholic fatty liver disease), non provoca sintomi diretti, ma influenza in modo significativo tutti gli organi del corpo, aumentando lo stato di infiammazione e il rischio di malattie.
Per riconoscere la sua presenza è necessario eseguire un esame diagnostico ad immagini (ecografia) e/o una visita medica.
Non è qualcosa da sottovalutare.
A differenza della cirrosi epatica (condizione degenerativa finale) caratterizzata dalla presenza di tessuto cicatriziale nel fegato (dovuto dal consumo di bevande alcoliche, infezioni o sindromi autoimmuni), la patologia di fegato grasso è invece caratterizzata dall’accumulo di grasso all’interno di quest’organo. In questo caso non causato dal consumo di alcol, ma di zucchero.
E’ ormai noto che gli eccessi di zucchero siano associati con un aumento di rischi di malattie metaboliche, ma studi recenti suggeriscono che non è solo lo zucchero in generale, ma il tipo, ovvero il fruttosio.
La cosa preoccupante della patologia di fegato grasso è che è spesso presente anche negli individui “falsi magri”: ovvero quelli che appaiono secchi esternamente, ma hanno grasso all’interno (TOFI, thin outside, fat outside) con il tipico ventre gonfio.
Si stima infatti che nel mondo circa 1 miliardo di persone ne soffra.
Il fegato grasso è strettamente correlato con l’aumento di casi di insulino-resistenza, del diabete di tipo 2, di obesità e delle sindromi metaboliche.
Da cosa è causata
La steatosi epatica non alcolica è causata dall’accumulo di grasso nel fegato proveniente da un eccesso di carboidrati, specialmente lo zucchero.
Lo zucchero che viene consumato non è tutto uguale: può essere di diversi tipi, ma nell’alimentazione moderna proviene principalmente dal glucosio o dal fruttosio (e anche dalla combinazione dei 2, che dà vita al saccarosio, il comune zucchero da tavola).
Quando nel corpo aumenta la presenza di zucchero, la glicemia si innalza e l’insulina viene rilasciata per rimuovere lo zucchero dal flusso sanguigno e indirizzarlo all’interno delle cellule, per poter essere utilizzato come energia.
Se il glucosio può essere accumulato nel corpo sotto forma di glicogeno nei muscoli, il fruttosio invece può essere gestito esclusivamente nel fegato. E quando le riserve del corpo raggiungono il loro limite di glicogeno, l’eccesso di zucchero viene convertito in grasso (DNL, de novo lipogenesi).
Nel fegato questo grasso viene accumulato sotto forma di gocce che si depositano poi intorno al fegato stesso.
Sono in molti ormai a credere che la condizione di fegato grasso in realtà dovrebbe essere chiamata: MAFLD, metabolic adapted fatty liver, ovvero una condizione di adattamento metabolico del fegato.
Chi ne soffre
Le persone sovrappeso o quelle obese hanno la tendenza ad accumulare l’eccesso di glucosio come grasso in parti del corpo che non dovrebbero, come nel fegato, dovuto a una mancanza di massa muscolare, che aumenta la disponibilità di accumulare glicogeno nel corpo, e la poca attività fisica.
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Il fruttosio in eccesso però contribuisce al fegato grasso in qualunque individuo, proprio perché viene gestito esclusivamente nel fegato e, se non utilizzato per dell’attività fisica, promuove la formazione di nuovo grasso.
In questo studio hanno paragonato gli effetti di glucosio, fruttosio o saccarosio: gli effetti degli ultimi 2 hanno mostrato una produzione di grasso nel fegato raddoppiata.
Quindi troppo fruttosio può essere problematico anche se si è nel proprio peso forma.
Le transaminasi
Le transaminasi sono degli enzimi presenti ovunque nel corpo umano, la cui funzione è quella intervenire nel metabolismo degli amminoacidi e nella sintesi di glucosio, quindi produzione di energia.
Le 2 transaminasi più importanti dal punto di vista clinico sono:
- asportato transaminasi (AST o GOT)
- alanina transaminasi (ALT o GPT)
Quando i valori di transaminasi elevati indicano la presenza o meno di un danno al fegato, ma possono risultare alterati anche in altri casi, come:
- con malattie cardiache
- traumi dei muscoli o distrofie
- in fasi acute di celiachia
- in caso di allergie alimentari
- mononucleosi
- tumori
- alcolismo
- obesità
- fegato grasso e cirrosi epatica
- in seguito all’utilizzo di farmaci
- carenza di vitamine
- eccesso di attività sportiva
…
Quindi i valori di questi enzimi andrebbero valutati insieme al medico dopo un’attenta analisi di diversi aspetti della vita del soggetto.
Cosa fare?
Cambiare alimentazione e fare attività fisica sono le cose principali da fare per interrompere un percorso di malattia (mi sento di affermare qualunque malattia)
La restrizione dei carboidrati, come nella dieta chetogenica, è il primo passo utilizzato per migliorare le condizioni metaboliche, incluse quelle che aumentano il rischio di steatosi epatica.
So che sembra contro-intuitivo, ma consumare una dieta ricca di grassi quando si sta cercando di ridurre il grasso nel corpo aiuta a prevenire la formazione di trigliceridi nel fegato.
Per ridurre la pressione sul fegato bastano appena 2 settimane, seguendo poche regole.
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Prenditi cura di te,
Alessandro